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Anita Giunchi, una prof giovane e precaria, si trova a insegnare storia a diciannove diciottenni di una scuola superiore di Ravenna che hanno tutti una caratteristica in comune: a nessuno di loro importa niente di quello che dice lei. E allora lei decide di inventarsi qualcosa per farsi ascoltare da loro. Ecco, questa è la storia di quello che si inventa. Che parte come un semplice progetto scolastico ma che poi, se ne va via per conto suo. Senza un inizio e senza una fine. Ma con un motivo: riuscire a stare al mondo. E poi si parla di politica della fantasia in questo romanzo qui, di Batman e di rinotillexomania, che è un disturbo molto antipatico che fa finire sempre le dita dentro al naso.